L'Amioc degli animali - Organo ufficiale della Protezione Svizzera degli Animali PSA
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Malinteso amore per gli animali

  • Foraggiamento inutile: i grandi raggruppamenti causano stress sociale e aumentano i conflitti fra gli animali.

    Foraggiamento inutile: i grandi raggruppamenti causano stress sociale e aumentano i conflitti fra gli animali.

  • Il particolare «brivido» che provano alcuni praticanti degli sport invernali nelle discese fuoripista causa un notevole stress agli  animali che ci vivono.

    Il particolare «brivido» che provano alcuni praticanti degli sport invernali nelle discese fuoripista causa un notevole stress agli animali che ci vivono.

Foraggiamento inutile: i grandi raggruppamenti causano stress sociale e aumentano i conflitti fra gli animaliIn linea di principio gli animali selvatici non hanno bisogno dell’aiuto dell’uomo per superare l’inverno. Il foraggiamento può addirittura arrecare più danni di quanto aiuti gli animali.

Monika Zech

Nella stagione fredda ci imbacucchiamo con giacche e mantelli pesanti, accendiamo il riscaldamento negli appartamenti – e di solito mangiamo anche un po’ di più rispetto ai mesi estivi. La situazione è diversa per gli animali selvatici. Non solo sono esposti al freddo, ma la vegetazione invernale gli offre anche meno nutrimento. Gli animali sono tuttavia degli artisti della sopravvivenza. Mentre noi ci avvaliamo dell’aiuto di innumerevoli tecnologie per poter condurre la nostra vita abituale in tutte le stagioni, gli animali dispongono, a seconda della specie, di determinate strategie che li aiutano a superare l’inverno.

Ad esempio, alcuni mammiferi come ricci, marmotte, pipistrelli e ghiri vanno in letargo per diversi mesi, durante i quali la loro temperatura corporea si abbassa fino quasi a raggiungere quella esterna e la respirazione e il battito cardiaco rallentano. Gli animali risparmiano così energia e le riserve di grasso accumulate in estate sono sufficienti per sopravvivere.

La selezione naturale viene disturbata

Anche gli scoiattoli, i tassi e gli orsi bruni rallentano il loro metabolismo e vanno in ibernazione. Ciò significa che trascorrono la maggior parte del tempo addormentati – o in stato di semiveglia – in un rifugio invernale protetto. Anche il loro battito cardiaco rallenta, ma la temperatura corporea scende solo di poco. Inoltre si svegliano di tanto in tanto. Lo scoiattolo, ad esempio, ogni tanto va alla ricerca delle provviste di cibo accumulate in estate. Gli animali eterotermi come rospi, rane, lumache e lucertole nonché alcuni insetti sopravvivono invece all’inverno in uno stato di rigidità. Per evitare che i loro liquidi corporei si congelino, producono un’elevata dose di glucosio, una sorta di antigelo.

La natura provvede dunque con raffinati metodi affinché gli animali selvatici superino bene i mesi freddi nei loro nascondigli. Ma qual è la situazione di quegli animali che trascorrono l’inverno all’aperto e che non cercano riparo in tane, nidi o altri luoghi privi di ghiaccio? Per esempio cervi e caprioli?
Di regola anche questi animali se la cavano con le condizioni invernali – tranne quelli malati e deboli. Per questi ultimi l’inverno può veramente essere una trappola mortale. Ciononostante ambientalisti e animalisti tendono a sconsigliare il foraggiamento di animali selvatici da parte dell’uomo. Soprattutto perché disturberebbe la selezione naturale, che mantiene in salute una specie animale. Inoltre gli animali selvatici vengono stressati dai grandi raggruppamenti alle mangiatoie e la necessaria quiete viene continuamente disturbata dal trasporto di cibo.

«Il foraggiamento invernale può arrecare più danni di quanto aiuti gli animali», afferma Sara Wehrli, zoologa e Responsabile del Servizio Animali selvatici presso la PSA. Definisce inoltre «una grande sciocchezza» la prassi adottata in Germania e in Austria, dove il foraggiamento invernale di cervi e caprioli è addirittura obbligatorio. E la motivazione che serva a conservare la selvaggina proviene soprattutto dall’ambiente dei cacciatori, «che vogliono garantirsi selvaggina a sufficienza per la caccia». Per fortuna in Svizzera non c’è più questo atteggiamento. «Qui il foraggiamento invernale dei cervi è autorizzato solo in situazioni di emergenza ed è inoltre necessaria un’autorizzazione cantonale.» Come situazione di emergenza s’intende per esempio quando i cervi si trattengono in una zona in cui arrecano gravi danni a un bosco protettivo, che ripara il paese sottostante dalle valanghe, o quando i cervi sono praticamente rinchiusi nel loro rifugio invernale dalla neve alta e non riescono più a cercare del cibo.

Un circolo vizioso

Il particolare «brivido» che provano alcuni praticanti degli sport invernali nelle discese fuoripista causa un notevole stress agli animali che ci vivono. (© ISTOCKPHOTO)«In linea di principio l’intervento umano non è necessario», afferma Sara Wehrli. Come altre specie animali, anche il cervo in inverno adotta la modalità di risparmio energetico: rallenta il suo metabolismo per cavarsela con meno cibo. Il suo stomaco si restringe, si muove meno e il suo ritmo cardiaco si riduce. «Se viene invece foraggiato regolarmente, il suo organismo inizia ad abituarsi a questa innaturale quantità di cibo e l’animale perde la sua naturale strategia di sopravvivenza, diventando dipendente dall’aiuto umano.» A ciò si aggiunge che a causa dei frequenti disturbi da parte dell’uomo è regolarmente costretto a fuggire, cosa che aumenta notevolmente il suo consumo energetico, «fino a dieci volte», aggiunge Sara Wehrli. Un circolo vizioso. Per questo motivo le zone di riposo prescritte dalla legge, dove non sono autorizzati gli sport invernali, sono indispensabili per la sopravvivenza degli animali selvatici (la PSA ha redatto un foglio informativo su questo argomento: «Protezione animali e attività all’esterno ».) Il particolare «brivido» che provano alcuni praticanti degli sport invernali nelle discese fuoripista causa un notevole stress agli animali che ci vivono.

Oltre agli animali selvatici schivi e poco visibili per noi, ci sono anche animali che trascorrono l’inverno davanti alle nostre case: gli uccelli canori. E anche le anatre e i cigni. Per molte persone il foraggiamento degli uccelli fa parte dell’inverno come la fondue e la raclette. «Un foraggiamento moderato degli uccelli canori può essere ammesso», dichiara Sara Wehrli, «ma di per sé non è necessario». Con «moderato» Sara Wehrli intende: solo in caso di coltre nevosa impenetrabile e di un lungo periodo di gelo. Non bisogna invece foraggiare in alcun caso gli uccelli acquatici. «I grandi raggruppamenti intorno alle mangiatoie stressano gli animali e aumentano i conflitti. A lungo termine, fra le anatre si verifica persino uno squilibrio di genere a favore dei maschi. Inoltre l’insudiciamento dovuto agli escrementi aumenta il pericolo di trasmissione di malattie.»

Chi vuole veramente aiutare gli uccelli in inverno può fare due cose: in primo luogo informarsi sul foraggiamento corretto, come indicato nel foglio informativo della PSA «Come nutrire gli uccelli in inverno». In secondo luogo, fare in modo che gli uccelli trovino abbastanza cibo naturale, offrendogli un’ampia scelta di piante indigene in giardino e sul balcone.

Fogli informativi da scaricare

winterfuetterung 03«Il foraggiamento invernale può arrecare più danni
di quanto aiuti gli animali»

Sara Wehrli, zoologa

Tags: L'Amico degli Animali 4/15

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